Il Regno del Fuoco

La Volpe e il Drago, [Favola]

« Older   Newer »
  Share  
Nerola
view post Posted on 26/10/2010, 18:10






Vulpis et draco
Vulpes, cubile fodiens, dum terram eruit
agitque pluris altius cuniculos,
pervenit ad draconis speluncam intimam,
custodiebat qui thesauros abditos.
Hunc simul aspexit: "Oro ut imprudentiae
des primum veniam; deinde si pulchre vides,
quam non conveniens aurum sit vitae meae,
respondeas clementer. Quem fructum capis
hoc ex labore, quodve tantum est praemium
ut careas somno et aevum in tenebris exigas?"
"Nullum" inquit ille "verum hoc ab summo mihi
Iove attributum est". "Ergo nec sumis tibi
nec ulli donas quicquam?" "Sic fatis placet".
"Nolo irascaris, libere si dixero:
Dis est iratis natus, qui est similis tibi".
Abiturus illuc, quo priores abierunt,
quid mente caeca miserum torques spiritum?
Tibi dico, avare, gaudium heredis tui,
qui ture superos, ipsum te fraudas cibo,
qui tristis audis musicum citharae sonum,
quem tibiarum macerat iucunditas,
obsoniorum pretia cui gemitum exprimunt,
qui dum quadrantes aggeras patrimonio
caelum fatigas sordido periurio,
qui circumcidis omnem impensam funeri
Libitina ne quid de tuo faciat lucri.

anarchia-la-notte-del-giudizio-il-film-L-As0UB1



La Volpe e il Drago
Una volpe, scavando una tana, mentre toglieva la terra e preparava gallerie sotteranee piuttosto profonde giunse nella remota spelonca di un drago che custodiva dei tesori nascosti.
Non appena la volpe lo vide disse: "Ti prego di perdonare innanzitutto la mia imprudenza e, poichè ben vedi quanto sia l'oro poco confacente al mio tenore di vita, di rispondermi senza irritarti. Cosa ci guadagni da tutta questa fatica, quale ricompensa è così grande per privarti del sonno e trascorrere la vita nel buio più assoluto?".
"Nessun premio" rispose il drago "ma questo incarico mi è stato assegnato dal grande Giove".
"Quindi per le tue necessità non prendi nulla e non dai nulla a nessuno?".
"Esatto! Così vuole il fato".
"Non voglio che ti arrabbi ma ti dirò, in tutta franchezza, che chiunque si comporta come te non può che essere nato sotto la maledizione degli dei".
Perché tu che sei destinato ad andare là dove già sono andati quelli che ti hanno preceduto, senza riflettere, rendi più triste la già misera vita? Parlo con te avaro, tu che fai la gioia del tuo erede, tu che rifiuti l'incenso agli dei e il cibo a te stesso, che ascolti triste il melodioso suono della lira, tu che la dolce melodia del flauto tormenta e a cui il costo degli alimenti causano lamenti, tu che pur di aumentare anche solo di qualche quattrino il tuo patrimonio stanchi gli dei con sordidi spergiuri e che mercanteggi sul costo del tuo funerale per evitare che Libitina (la dea dei funerali) si arricchisca con i tuoi risparmi.

Le Favole di Fedro

4376340887_68d2eabcf5



Edited by Nerola - 14/5/2015, 09:12
 
Top
0 replies since 26/10/2010, 18:10   144 views
  Share